Transamerica 2009
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Prendendo spunto dalle parole di due conoscenti:
Prima che la pubblicità iniziasse a dipingere il mondo come contenitore di lussi, di danaro, di beni effimeri, di oggetti futili e consumistici, era evidente che l'uomo sobrio non era colui che tutto ha, ma colui che a tutto può rinunciare... ed è proprio in questa rinuncia che si realizza la libertà, una libertà non di fare quello che si vuole, bensì di fare quello che si sente.
Ed è proprio questo che ci manca, l'autonomia di vestire, di ragionare, di pensare in modo proprio, incanalizzati come siamo dai media, dalla società, dal "buon senso comune" e allora tutti a correre dietro alle marche che i grandi bottegai globali ci vogliono vendere.
In un mondo dove i veri catalizzatori, i veri esempi sono i calciatori, i divi delle soap opere, le veline, gli opinionisti, ed i partecipanti a feste mondane... sempre coperti di gioielli e abiti di lusso, la povertà diviene parola da eliminare da ghettizzare da nascondere, diviene testimonianza di sconfitta e emarginazione.
Per questo la povertà merita un elogio.
Noi, poveri, meravigliosi ultimi straccioni, che ancora pensano con la propria testa, che ancora riescono a sbagliare, che a volte stanno dalla parte del torto, che ancora vestono come gli va... e vivono come gli dice il cuore.
La povertà è la nostra ricchezza, la nostra libertà, è un modo "di dire no", è un'immane sfida ai prepotenti della Terra, una mera testimonianza del disastro dell'ideologia corrente senza volto e senza anima
La povertà, motore inarrestabile del riscatto di un'umanità calpestata e deturpata, vive di libertà e di dignità, e si contrappone alla Ricchezza che conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla.
A coloro che vorrebbero governare i nostri destini, che vorrebbero incanalare i nostri pensieri, contrapponiamo la nobiltà d'animo, lo sguardo fiero, pulito e rivoluzionario della stirpe dei senza re.
A coloro che vorrebbero governare le nostre menti, contrapponiamo l’unicità della giustizia, della libertà, del romanticismo, del vagabondaggio e dell’utopia.
4 commenti:
Complimenti per l'impresa siuramente affascinante, mi rincuoro allora perchè molti mi docono che sono fuori di testa perchè faccio maratone su maratone ma vedo che ci sei pure te che ami le sfide ! in bocca al lupo !
Caro Scuppula si fa presto a fa' un giretto per i lievi declivi della pur bella collina toscana; ma saranno cazzi, scusa il francesismo, allorchè il pendio si mostrerà meno pietoso e ben piu esigente...e allora che Scuppula sfodererà le sue abilità di tristo vacanziere da tour operator e si sistemerà in lussuoso albergo cinque stelle per rifocillarsi completando la missione con ostriche e champagne.
Questo per dirti in bocca al lupo.
Domenico e Alice
Ciao Franca, l'amico Marco mi ha parlato di te, e ho visto il tuo blog, sì... mi sembra davvero che tu ami le sfide. Per me il discorso è un po' diverso, la Transamerica non è una 'sfida', ma un viaggio, esteriore ovviamente ma immancabilmente interiore.
Cari Dome e Alice... grazie delle vostre dolci, appassionate parole... ma, e mi rivolgo all'amico Scuppula... dopo quello che mi hai scritto sai bene che mi dovrai almeno pagare tre colazioni complete.
Con affetto...
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