Transamerica 2009
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venerdì 6 novembre 2009
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Prendendo spunto dalle parole di due conoscenti:
Prima che la pubblicità iniziasse a dipingere il mondo come contenitore di lussi, di danaro, di beni effimeri, di oggetti futili e consumistici, era evidente che l'uomo sobrio non era colui che tutto ha, ma colui che a tutto può rinunciare... ed è proprio in questa rinuncia che si realizza la libertà, una libertà non di fare quello che si vuole, bensì di fare quello che si sente.
Ed è proprio questo che ci manca, l'autonomia di vestire, di ragionare, di pensare in modo proprio, incanalizzati come siamo dai media, dalla società, dal "buon senso comune" e allora tutti a correre dietro alle marche che i grandi bottegai globali ci vogliono vendere.
In un mondo dove i veri catalizzatori, i veri esempi sono i calciatori, i divi delle soap opere, le veline, gli opinionisti, ed i partecipanti a feste mondane... sempre coperti di gioielli e abiti di lusso, la povertà diviene parola da eliminare da ghettizzare da nascondere, diviene testimonianza di sconfitta e emarginazione.
Per questo la povertà merita un elogio.
Noi, poveri, meravigliosi ultimi straccioni, che ancora pensano con la propria testa, che ancora riescono a sbagliare, che a volte stanno dalla parte del torto, che ancora vestono come gli va... e vivono come gli dice il cuore.
La povertà è la nostra ricchezza, la nostra libertà, è un modo "di dire no", è un'immane sfida ai prepotenti della Terra, una mera testimonianza del disastro dell'ideologia corrente senza volto e senza anima
La povertà, motore inarrestabile del riscatto di un'umanità calpestata e deturpata, vive di libertà e di dignità, e si contrappone alla Ricchezza che conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla.
A coloro che vorrebbero governare i nostri destini, che vorrebbero incanalare i nostri pensieri, contrapponiamo la nobiltà d'animo, lo sguardo fiero, pulito e rivoluzionario della stirpe dei senza re.
A coloro che vorrebbero governare le nostre menti, contrapponiamo l’unicità della giustizia, della libertà, del romanticismo, del vagabondaggio e dell’utopia.
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