Qui è riportato il 'simbolo' del viaggio. Grazie a Cecilia per il disegno.

Transamerica 2009

Transamerica 2009
Questo è il percorso della 'Transamerica 2009', che potrà subire variazioni dettate da condizioni atmosferiche e psico fisiche. E non rifiuterà altri mezzi di trasporto.

Patrocini e collaborazioni

Patrocini e collaborazioni

martedì 30 marzo 2010

Elogio della fatica




Storie dal Camino Austral: sento chiaramente tutte le fibre del mio corpo tendersi un'altra volta, l'ennesima volta , l'ha già fatto mille e mille volte. Una pedalata dietro l'altra, senza fretta, senza timore. Sento fortemente il sangue che scorre nelle vene, veloce, caldo. Odo il cuore che batte forte e sicuro, stanco ma sempre pronto a tutto. Sono nove ore che pedalo oggi, non c'è stato riposo, pausa, se non per cibarsi. Tanta la salita fatta, salita dura, ripida e difficile. Altrettanta è stata la discesa, acciottolata e traditrice, sospettosa e pericolosa. Il divino Pluvio ha mandato sulla terra una quantità di pioggia incredibile. Sento gli indumenti esterni bagnati dall'acqua, quelli interni madidi di sudore. Tra due ore c'è un traghetto da prendere, non posso perderlo, il prossimo sarà tra molti giorni. Mancano trenta km... non ci dovrebbero essere problemi. Mai però, cercare di 'governare' le leggi patagoni. Infatti ecco la sorpresa: gli ultimo trenta km sono di salita, e una salita pesante e ripida, tutta di 'ripio' e di pioggia. La mente e il corpo hanno un sussulto, un attimo di cedimento, sono titubanti, 'non ce la faremo mai' gridano. Arriva in soccorso l'esperienza, la voglia di soffrire ancora, la voglia di gettare il cuore avanti. Forza, forza, uomo, una pedalata dopo l'altra. E la fatica diviene regina incontrastata. E l'uomo diventa una rosa, con petali e bocciolo centrale. La fatica ti toglie un petalo dopo l'altro, una certezza dopo l'altra, la senti sempre più prepotente, e ogni minuto che passa un petalo cade. E i petali sono tutte le leggi che la società ti ha imposto, che gli altri ti hanno imposto, che tu stesso ti sei dato. Tutto lentamente cede, i petali se ne vanno, rimanendo macchie colorate nella scura Carrettera. Piano piano si arriva al bocciolo centrale, la fatica continua, lacerante e crescente. Le gambe urlano la propria stanchezza, il corpo vuole fermarsi e la mente lo stesso. E' allora il bocciolo centrale, quello primitivo, ora scoperto, a prendere il comando: "Avanti, avanti! Senza timore, serrare le file, proteggere i fianchi!" Eccolo lì il bocciolo centrale, la parte più pura dell'anima umana, la parte vera, quella non toccata dai dogmi della società e del mondo costituito. Eccolo lì puro e candido, pronto ad andare avanti. Ci siamo, ecco la cima, e ora giù in discesa, tra buche e sassi, tra acqua e massi. D'improvviso arriva il mare, prima colpisce con l'odore, poi con il colore, ecco il mare, ecco il traghetto... siamo arrivati, siamo arrivati in tempo.
Foto di Paolo e nino

lunedì 1 marzo 2010

La femminilità del Camino Austral.




Da qualche anni ormai cammino nel mondo, spesso in luoghi lontani dalle comodità, dalle certezze e dalla civiltà. Ma la Transamerica è stata un'esperienza diversa, avevo come casa la strada, che mi ha accolto come una madre, regalandomi paesaggi incomparabili, persone rare e un'umanità dimenticata. Mi ha regalato sole cocente, vento impetuoso e pioggia battente. Ho assaporato una libertà totale, senza schemi, senza orari, a volte senza meta. La Natura mi ha aperto la sua millenaria anima, e la sua femminilità. Il Camino Austral, come spesso ripeto è stata un'esperienza affascinante: e' impressionante la quantità di acqua che è lì presente. Per me l'acqua è sinonimo di femminilità è la culla del mondo è la dimora non solo del feto prima di nascere, ma un porto sicuro e riposante nella vita umana. E la Patagonia cilena esprime una femminilità molto forte, l'acqua ti avvolge, ti accarezza, ti rende partecipe di se stessa, ti fa sentire uomo. Ti sussura parole dimenticate, sogni ancora da sognare, ti invita a conoscerla meglio. E allora diventi un viandante estremo, un uomo senza terra, un'esteta del mondo e della gente, e cammini cammini su una strada che potrebbe essere quella di un qualunque posto, di un qualunque nulla. Un uomo in fuga, in fuga dalla civiltà, dai veleni, dalle apparenze, dalle esasperate tecnologie e forse da se stesso. Un uomo in cerca di un rapporto diverso con il mondo, con la natura e con se stesso. Un uomo in cerca di silenzi e solitudine, di rumori e di odori nuovi, di gente e popoli.
P.S. In queti giorni il Cile è stato devastato dal terremoto, il popolo cileno è stato sottoposto negli anni a tante tragedie, lentamente, dolorosamente riuscirà anche a risollevarsi dall'ennesimo disastro.