Qui è riportato il 'simbolo' del viaggio. Grazie a Cecilia per il disegno.

Transamerica 2009

Transamerica 2009
Questo è il percorso della 'Transamerica 2009', che potrà subire variazioni dettate da condizioni atmosferiche e psico fisiche. E non rifiuterà altri mezzi di trasporto.

Patrocini e collaborazioni

Patrocini e collaborazioni

domenica 24 gennaio 2010

Il vento patagone.







Cerro Sombrero-Cullen, 50-60 km, la strada e' di ripio (sterrato), in questo tratto di carrettera si consuma forse una delle giornate piu' dure, se non la piu' dura, di tutto il pellegrinaggio. Il vento si fa sentire quasi subito, ma e' alle mie spalle, poi la strada gira verso est, e inizia la fatica, il vento si intensifica, forti raffiche mi arrivano dal lato destro, mi spostano al centro della carreggiata, all'improvviso, con violenza, con forza, e' difficile stare 'in piedi', vento e buche rendono precario l'equilibrio. Non e' facile descrivere a parole quello che si prova in quei momenti, il rischio e' alto, si puo' cadere in ogni istante, il rumore del vento e' assordante, e credetemi quando dico assordante, la sua forza e' a me sconosciuta, debordante ed incredibile. Ed e' in quei momenti che li vedi tutti i tuoi fantasmi, i tuoi demoni ti vengono a cercare, li vedi, sono a pochi metri da te, librati a mezz'aria, e ridono di te, sghignazzano, ti dicono brutte parole, ti dicono che non arrivarai alla fine, che sei un pazzo, e che non dovevi andare in Patagonia a cercarli.
E tu sei li', piccolo uomo ora barbuto, con tutto te stesso che lotta contra i venti, contro i demoni, contro se stesso. E capisci che non si puo' andare avanti, troppo il rischio, troppo forti le raffiche, il buon senso parla chiaro, e lo ascolti. Cullen e' vicino, e' dietro l'angolo, e anche se non e' fine tappa e' una meta intermedia, gia' preventivata in caso di vento forte. E arriva, Cullen, gli ultimi metri li faccio a piedi, e il vento fa cadere la bici tre, quattro, cinque volte, una volta mi impenna la ruota davanti, mi ferma, non mi fa andare avanti, gli ultimi cento metri a piedi sono durissimi. Cullen e' una stabilimento dove si lavora il gas, c'e' un gabbiotto di controllo con due guardie dentro, e' li' che trovo rifugio, dove Patriçio e Alvaro mi danno caffe' e latte e il gestore del distributore un grosso panino. E poi telefonano al capo del centro per farmi pernottare... mi danno cena, una comoda camera, la colazione e cibo per due giorni di viaggio. straordinaria la solidarieta' di questi uomini. Un grazie anche a Luis e Alexis. E' da loro che scopro che il vento oggi, soffiava dagli 80 ai 100 km orari.
La mattina dopo riparto presto, il vento e' minore alle prime ore dell'alba, rivedo i miei fantasmi, i miei demoni... sono sempre vicini, ma non sorridono, sono piu' rispettosi, non fanno sberleffi, sanno che sono riuscito ad arrivare a Cullen, sanno che sono riuscito ad arrivare a Cullen.

Ora vi scrivo da Rio Grande.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Vai piccolo uomo...I fantasmi non potranno far altro che inchinarsi!
Berto

Ivan ha detto...

Bravo Nino, sono felice che tu sia arrivato così avanti.
Mi hanno detto che lì tira un brutto vento..perciò divertiti e finisci bene la tua "gita transamericana" con il sorriso sulle labbra e il sudore sulla fronte.

Chiara ha detto...

Ciao Nino,
è davvero bello leggerti, vedere quanta forza c'è dietro il volto che mi ricorda tanto il nonno Alessandro... Non ho bisogno di sapere cosa ti ha spinto ad intraprendere un viaggio dove affronti i tuoi fantasmi per essere fiera di te, del fatto che li guardi in faccia e non ti fai fermare. So che non c'entra niente, ma ogni volta che apro le tue pagine mi viene in mente José Martí, che in teoria ha in comune solo la lingua col luogo dove ti trovi... Ma mi vengono in mente sempre le solite parole e così te le scrivo (son due poesie):

He visto vivir a un hombre
con el puñal al costado
sin decir jamás el nombre
de aquella que lo había matado.

Alas vi nacer en los hombros
de las mujeres hermosas
y salir de los escombros
volando las mariposas.

Bacio Nino!